Procuratevi gli spaghettini, o vermicelli , di soia o di riso in un qualche rivendugliolo di macrobiotica o cibi esotici.
Qui a Torino e in altre città si trovano ormai le gastronomie cinesi e non ci sono difficoltà al reperimento degli ingredienti.
Alcuni ricettari dicono che gli spaghettini non vanno cotti, ma lasciati ammorbidire per qualche tempo nell'acqua fredda. Io personalmente li scotto brevemente e li scolo sotto il getto dell'acqua fredda come fossero "capelli d'angelo" e viene benissimo lo stesso.
L'intingolo:
Soffriggere senza dorare abbondante cipolla bianca in olio , di sesamo se lo trovate , di semi di arachide va bene lo stesso ma tassativamente non usate l'olio di oliva che non va assolutamente d'accordo con questi gusti.
Se piace, pochissimo aglio , sempre senza dorare.
A questo punto scegliete se aggiungere un po' di carne di vitello o maiale tritata fine-fine-fine oppure dei gamberetti piccoli.
continuare a soffriggere lentamente, aggiungere un po' di peperoncino se vi piace piccante (io preferisco metterlo dopo, sul piatto), e un bel po' di radice di zenzero tagliata sottilissima con l'affettatartufi.
E` fondamentale usare la radice intera e non quella in polvere: il sapore non risulta lo stesso.
Qualche germoglio di soia ci sta bene, ma non è indispensabile; altrettanto bene dei germogli di bambù, sostituibili egregiamente con dei topinambur a fettine sottilissime. Personalmente gradisco anche varianti con pochissimo curry, o con pochissimo kummel.
Gli spaghettini devono essere sgocciolati quando l'intruglio è pronto, cioè quando da tre isolati di distanza sentono il profumo dello zenzero!.
A questo punto buttateli a soffriggere un momento nella mistura infernale , aggiungendo rapidamente tanta salsa di soia quanto basta a colorare il tutto a ``buccia di nocciola" e servire caldo caldo.
Se poi l'operazione riuscite a farla rimestando con le bacchette cinesi il successo è assicurato.....
E` gradita un'ultima grattatina di zenzero , o anche di rafano piccante, sul piatto di portata.