...."come la superficie levigata di
uno specchio riflette qualunque cosa le stia intorno senza distorsioni e una
valle silenziosa riecheggia anche i rumori più deboli; allo stesso modo lo
studente di karate deve rendere vuota la mente da egoismi e debolezze"…
La storia del karate, la sua evoluzione, i suoi inizi, i suoi praticanti sono forse tra gli argomenti più controversi che ci sono ed, infatti, si presentano tuttora come oggetto di studio per molti storici.
Dobbiamo ricordare che la diffusione del karate é avvolta in una sorta di nebbia dovuta principalmente a complessi fattori politici ed economici che hanno determinato una assoluta mancanza di testimonianze storiche rendendo così impossibile una loro certa ricostruzione.
Una delle poche certezze del karate è il suo luogo d’origine:la Cina. Assumiamo però come patria del karate moderno l’isola di Okinawa (Giappone meridionale) dove l’arte del to-de, arte cinese del combattimento, mescolandosi ad altre forme di combattimento autoctone del luogo, ha dato vita a quella di Okinawa-te che può essere suddivisa in tre diversi filoni:
Shuri-te, del villaggio di Shuri; | |
Tomari-te, del villaggio Tomari; | |
Naha-te, dei villaggi di Kume e Naha. |
Di tali scuole, soprattutto di quelle di Shuri, n’abbiamo testimonianze fin dal XVII secolo.
Se ci poniamo la domanda di come l’arte cinese del combattimento sia penetrata nel tessuto sociale di Okinawa possiamo rispondere con relativa semplicità e sicurezza storica: le isole di Ryùkyù, di cui fa parte l’isola di Okinawa, sono state, per un certo periodo, tributarie della Cina e quindi vi erano frequenti scambi culturali, commerciali e fenomeni d’immigrazione / emigrazione tra i due luoghi.
Vogliamo ricordare che il karate praticato allora era molto diverso da quello che pratichiamo noi oggi. L’allenamento principale era la ripetizione senza fine di un numero molto limitato di kata (la regola di A.Azato era: "Un kata in tre anni ") unito a una buona dose di makiwara. Da notare che i kata di allora erano corti e focalizzati sulla concentrazione del praticante e sull’efficacia delle tecniche.
Le prime testimonianze di cui abbiamo certezza storica risalgono al XVII – XVIII secolo e sono spesso legate a qualche leggenda o fatto incredibile.
La prima figura leggendaria del karate risale al XVIII secolo: Kanga Sakugawa (1782 – 1865?).
Sakugawa era uno dei signori di Okinawa che furono mandati in Cina per apprenderne la cultura e la scienza; ed è proprio a tale figura che si fanno risalire gli evidenti influssi della scuola del nord della Cina sul karate di Okinawa (in tutti i suoi elementi).
La prima scuola di cui abbiamo origini certe è la scuola di Sokon Matsumura (1809 –1899), allievo di Sokugawa.
Tale personaggio, appartenente allo Shuri-te, fu uno dei padri del Karate e tra i suoi allievi si possono trovare altri maestri come Anko Azato (1828 – 1906) e Anko Itosu (1830 – 1915) Kentsu Yabu (1866 – 1937, grande eroe di guerra) e Mabuni (1889- 1952, fondatore dello Shito).
Dello stesso periodo abbiamo notizie d’altri grandi maestri come Higohanna (1852 – 1915), della scuola di Naha, che ebbe come allievi Mabuni e Miyagi (1888 – 1953), fondatore del Goju-ryu.
Nel 1880 il Giappone istituisce la scuola elementare e superiore.
Nel 1901 Anko Itosu riesce a convincere l’ispettorato della pubblica istruzione a far adottare il karate come elemento dell’educazione fisica nelle scuole elementari e magistrali di Okinawa.
Si apre così il periodo moderno del karate.
Se l’iniziatore del karate moderno è Anko Itosu colui che lo ha diffuso in tutto il Giappone e nel mondo è Gichin Funakoshi (1868 – 1957).
Gichin Funakoshi nasce a
Shuri, Okinawa, nel 1868, primo anno dell'era Meiji (1868 -
periodo in cui il Giappone passa dal feudalesimo all'era moderna).
Appartenente a una famiglia di funzionari molto legata alla tradizione, G.
Funakoshi vuole studiare medicina, ma viene scartata a causa di una
regola che andava contro la tradizione di famiglia. Di salute cagionevole e di costituzione fragile viene portato dai genitori dal Maestro Itosu perché lo introducesse allo studio del Karate. Grazie alle cure del proprio medico e al buon addestramento impartito dal Maestro, Funakoshi migliora ben presto il suo stato di salute. A 12 anni Funakoshi passa sotto il Maestro Asato... ecco quello che scrive: "In quell'epoca mi sono allenato a un solo kata per molti mesi, e perfino per molti anni. Dovevo continuare, senza sapere per quanto tempo, fino a che il mio maestro dicesse "sì". E il maestro non diceva mai "sì". Per questo la durezza dell'allenamento è difficile da descrivere. Il Maestro Asato non mi toglieva mai gli occhi di dosso per tutto il tempo degli allenamenti nel suo giardino. Egli rimaneva nella veranda, seduto ben diritto sui talloni, senza cuscino. Era tuttavia già molto anziano... Quando terminava un kata, mi diceva solo "bene", "sì", o ancora, senza mai un complimento. Dovevo solo continuare a ripetere senza fine la stessa cosa, inzuppato di sudore. A fianco del maestro seduto era sempre appoggiata una lampada a petrolio il cui chiarore pareva affievolirsi, e talvolta mi accadeva di non percepirla più a causa della fatica. L'allenamento proseguiva fino all'alba." Funakoshi ha come Maestro, all'inizio della sua carriera di insegnante, affiancato al Maestro Asato, anche Anko Itosu (amico intimo di Asato). Questo Maestro, a differenza di Asato, si interessa ai problemi dell'educazione nel sistema scolastico. Con loro Funakoshi vede due facce del Karate: Asato "era come un guerriero" (grande di taglia, largo di spalle, con occhi penetranti) secondo cui "Bisogna considerare le mani e i piedi dell'avversario come una spada" (non bisogna dunque lasciarsi mai toccare). Itosu invece non era alto e il suo corpo "era come una botte": "Se l'attacco dell'avversario non è efficace, si può ignorarne volontariamente l'effetto lasciandosi toccare", quindi "anche rafforzare il corpo contro i colpi è importante". Nel 1921 è incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli scolari in occasione della sosta del Principe imperiale, mentre nel 1922 presenta il Karate di Okinawa in un'Esposizione nazionale di educazione fisica a Kyoto. |
Grazie a Jigoro Kano, che
ricopriva importanti funzioni al ministero dell'Educazione, Funakoshi
fa una presentazione a Tokyo (nel dojo di Kano) per poi
rimanerci per diffondere l'arte del suo paese. Per questo si ritrova senza lavoro, ma con la passione di far conoscere la Sua arte... Non avendo alcuna risorsa, Funakoshi deve lavorare come portinaio in un pensionato per gli studenti che provenivano da Okinawa: è alloggiato in una camera di 5 m2 e il suo lavoro principale consiste nella pulizia quotidiana della casa e del giardino, nella distribuzione della posta agli studenti e nel curare l'accoglienza ai visitatori. Purtroppo il suo lavoro serve soltanto a coprire l'affitto; per provvedere alle sue necessità ottiene il permesso di utilizzare la sala conferenze per insegnare Karate. All'inizio, ha solo pochissimi allievi, ma in capo a due o tre anni, il numero dei frequentanti cominciano ad aumentare: gruppi di studenti di molte università formano dei club di Karate. Nel 1935, il Maestro scrive la sua opera più importante: "Karate-do kyohan" (Testo di insegnamento del Karate-do) mentre poco dopo (nel 1938) viene costruito dai suoi allievi il primo dojo di karate che Funakoshi chiama "Shotokan" (La casa nel fruscio della pineta). Quando Funakoshi scrive "I venti precetti della via del Karate" il Giappone è già in guerra con la Cina dal 1937. Nel 1941 scoppia la guerra del Pacifico e quattro anni dopo il dojo Shotokan viene annientato sotto i bombardamenti americani. Una volta terminata la guerra Funakoshi, a 77 anni, lascia Tokyo per raggiungere la moglie che si era rifugiata a Oita (nel sud del Giappone). Si ritrovano insieme dopo una lunga separazione e da soli vivono coltivando la verdura e raccogliendo molluschi e alghe in riva al mare. La vita non è facile, ma finalmente sono insieme. Due anni dopo la moglie si ammala improvvisamente e muore poco tempo dopo. In quello stesso anno muore anche Yoshitaka, il figlio al quale aveva affidato lo Shotokan. Funakoshi ha l'impressione di aver perso tutto nel conflitto... Gli allievi anziani e gli studenti però cominciano a ritornare e il Maestro, a 80 anni, ritorna a Tokyo. I suoi allievi anziani delle diverse università cominciano a riformare la scuola Shotokan e nel 1949 si costituisce la Japan Karate Association (J.K.A) con a capo Gichin Funakoshi, all'età di 81 anni. Il Maestro muore nel 1957, a 89 anni. |
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